In questa sezione, troverai le notizie dal mondo appositamente selezionate.  Attualità , politica, scienza, cultura.
La situazione nella Repubblica Democratica del Congo

Negli ultimi giorni, la Repubblica Democratica del Congo è tornata scenario di un conflitto risalente ormai nel tempo e incrementato negli ultimi due anni. L’Est, in particolare, il Nord Kivu e la città di Goma sono teatro di intensi combattimenti. Il gruppo ribelle M23, sostenuto dal Ruanda, domenica 26 gennaio u.s., ha preso il controllo della città, provocando una "dichiarazione di guerra" da parte del governo congolese nei confronti del Ruanda. Questa offensiva ha causato il panico tra la popolazione locale e ha portato a una significativa crisi umanitaria, con migliaia di persone costrette a fuggire dalle loro case. Crisi umanitaria notevolmente e sensibilmente peggiorata rispetto a quella già in atto.
Perché Goma? Goma è una città chiave ed è considerata strategica per diverse ragioni:
1. Posizione geografica e risorse naturali: Goma è vicina al confine con il Ruanda ed è, quindi, una città di frontiera, separata dal Ruanda solo dal Lago Kivu. Questo rende la città un punto di transito cruciale per beni, persone e commercio transfrontaliero. E’ una Regione ricca di risorse naturali: l'area circostante è ricca di risorse minerarie, come oro, coltan, diamanti e cassiterite, che sono estremamente preziose nel mercato internazionale. Il controllo di Goma offre accesso diretto a queste risorse, spesso oggetto di saccheggi e traffici illegali.
2. Importanza militare e politica: Goma è uno snodo militare e politico importante nella RDC orientale. Controllare Goma significa controllare non solo il territorio circostante, ma anche le operazioni militari e i rifornimenti della regione. Essa costituisce anche una base logistica per le operazioni delle Nazioni Unite. La MONUSCO (Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della RDC) ha una presenza significativa a Goma, ancorché lo scorso anno abbia intrapreso un ritiro graduale su richiesta del governo congolese. Controllare la città significa anche influenzare il supporto internazionale e la logistica delle operazioni di pace.
3. Conflitto tra governo e ribelli: la presa di Goma da parte del gruppo ribelle M23 è simbolicamente e strategicamente rilevante. Goma è un centro urbano ben sviluppato rispetto ad altre aree della RDC e la sua conquista dimostra la forza del gruppo ribelle, che può sfidare direttamente il governo centrale. La città ha un aeroporto internazionale e una rete di trasporti ben sviluppata. Questo consente ai ribelli di ricevere rifornimenti e rafforzare il proprio controllo sul territorio. Inoltre, la perdita di una città importante come Goma rappresenta una sconfitta umiliante per il governo congolese e dimostra la debolezza dello Stato nella protezione del suo territorio. Goma può servire come base per ulteriori avanzate nel Nord Kivu o in altre regioni, destabilizzando ulteriormente il Paese. Questa situazione sottolinea l'importanza di Goma non solo per la RDC, ma anche per gli equilibri regionali nei Grandi Laghi, con implicazioni dirette per il Ruanda, l'Uganda e la comunità internazionale.
4. Impatto umanitario: la presa di Goma ha causato un enorme esodo della popolazione civile. Migliaia di persone sono state costrette a fuggire per paura di violenze, saccheggi e reclutamenti forzati. La città è anche un punto di raccolta per rifugiati e sfollati interni, il che rende la situazione umanitaria particolarmente critica.
Come è avvenuta la presa di Goma?
I ribelli sono penetrati nella città attraverso attacchi coordinati: l'M23 ha lanciato una serie di attacchi intensi contro le forze armate congolesi (FARDC), utilizzando tattiche sofisticate e armamenti moderni, che si ritiene siano forniti dal Ruanda. Le FARDC si sono ritirate e arrese in modo molto rapido a causa della scarsa organizzazione e del morale basso. L'M23 ha occupato edifici governativi, infrastrutture chiave e punti strategici, inclusi l'aeroporto e i centri di comunicazione.
​
Origine del conflitto
Il conflitto ha radici profonde, risalenti al genocidio ruandese del 1994 e alla successiva formazione di gruppi armati nella regione dei Grandi Laghi. L'M23, composto principalmente da tutsi congolesi, appartenenti alla stessa etnia del Presidente rwandese Paul Kagame, accusa il governo di Kinshasa di non aver rispettato gli accordi del 23 marzo 2009, che prevedevano l'integrazione dei ribelli nell'esercito nazionale. Nel 2012, questo gruppo armato era riuscito a occupare per la prima volta Goma prima di scendere a patti con il Governo e a ritirarsi, sollecitati anche dalla Comunità Internazionale. E’ rimasto inattivo per una decina d’anni sino a quando a fine 2021 ha ripreso i combattimenti, avanzando nel Nord Kivu e causando lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone. L’M23 è riuscito a stabilire un’amministrazione parallela a quella del governo congolese che arriva persino a riscuotere le tasse dai cittadini. La Comunità Internazionale ha espresso preoccupazione per l'escalation del conflitto. Le Nazioni Unite hanno accusato il Ruanda di sostenere l'M23 con truppe e armamenti; accusa respinta da Kigali.
​
Situazione attuale
Il Rwanda sembra intenzionato a ridisegnare la mappa regionale, puntando ad annettere parte del territorio della RDC che ha sempre rivendicato suo, pronto a scatenare la seconda guerra “africana”. Il pericolo di un allargamento del conflitto c’è tutto e lo dimostra l’avanzata dei ribelli verso Bukavu, altra città fondamentale sul confine e lo spostamento sempre più a sud mentre i morti salgono a circa 900 e i feriti 2.880 in tutta la Regione e non si contano stupri e violenze (da ultimo quello della prigione di Goma, dove detenuti riusciti a fuggire hanno stuprato e ucciso le donne detenute nell’ala femminile). Il gruppo dei Wazalendo, gruppi di autodifesa formati da giovani fai-da-te, sta aumentando il proprio numero per i numerosi cittadini congolesi che si stanno arruolando, richiamati dalla campagna di reclutamento promossa dall’esercito. La Comunità internazionale, accusata persino dal Ministro degli Affari Esteri congolese, di stare a guardare senza intervenire a sufficienza, sollecita il ritiro dei ribelli, il ritorno della pace e un incontro tra i due Presidenti Kagame e Tshisekedi. Un summit probabilmente si terrà venerdì 7 febbraio a Dar es Salaam tra la Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (SADC) e la Comunità dell’Africa Orientale (EAC); forza militare quest’ultima che è stata invitata ad andarsene dagli M23 che millantano il cessate-il-fuoco a mò di tregua. Nel frattempo, i Paesi occidentali sembrano sostenere, tuttavia, il Rwanda attraverso la fornitura di armi e la sottoscrizione di un Accordo per i minerali strategici lo scorso anno.