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La repressione degli oppositori in Turchia

Il 19 marzo 2025, il sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoÄŸlu, è stato arrestato dalla polizia turca con accuse di corruzione e presunti legami con organizzazioni terroristiche, in particolare con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK). L'arresto è avvenuto pochi giorni prima della sua prevista candidatura alle elezioni presidenziali del 2028, sollevando preoccupazioni riguardo alla natura politica dell'azione. 
Oltre a İmamoÄŸlu, circa 100 persone, tra cui funzionari municipali e uomini d'affari, sono state detenute con accuse simili.  Come Abdullah Öcalan, lo storico leader curdo imprigionato da 28 anni e come Fetullah Gülen, morto in esilio. 
Tra i più noti, Abdullah Öcalan, noto come “Apo”, lo “zio” che incarna da mezzo secolo la causa del Kurdistan. 77 anni, ha trascorso gli ultimi 26 nell’isola-prigione di Imrali, a largo di Istanbul. Il suo volto è dipinto sui muri di mezza Europa e ancora oggi Öcalan è il simbolo della lotta curda, un popolo sparso tra quattro regioni autonome (in Turchia, Siria, Iraq e Iran). Sin da studente, ha iniziato a sostenere la lotta armata del futuro Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan di ispirazione marxista-leninista. Öcalan è stato (ed è ritenuto tuttora) la guida politica per tutti i combattenti curdi che si sono opposti ai soprusi di ErdoÄŸan, spesso finendo a loro volta incarcerati. Recentemente, nel febbraio scorso, Öcalan ha formalizzato l’abbandono della lotta armata dei curdi. Nel 2016 è noto l’arresto di Selahattin DemirtaÅŸ, leader dell’Hdp (partito democratico dei popoli) nonché primo politico filo-curdo a entrare in Parlamento. Le “ragioni politiche” della sua incarcerazione sono state dichiarate infondate anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha ordinato alla Turchia la liberazione di DemirtaÅŸ, naturalmente, mai liberato. L’arresto di DemirtaÅŸ, oggi tra i più importanti prigionieri politici in Turchia, fa parte della gigantesca operazione di repressione voluta da ErdoÄŸan a seguito del fallito colpo di stato del luglio dell’anno citato.
L’ultimo eccellente arresto avvenuto ieri è successivo al giorno in cui l'Università di Istanbul ha annullato il diploma di laurea di İmamoÄŸlu, rendendolo ineleggibile per la Presidenza; titolo accademico che costituisce un requisito necessario per la candidatura. 
L'arresto ha scatenato proteste diffuse in tutto il Paese. A Istanbul, migliaia di studenti si sono radunati presso l'Università di Istanbul, scontrandosi con la polizia antisommossa. Le autorità hanno imposto un divieto di quattro giorni per le manifestazioni pubbliche e hanno limitato l'accesso ai social media.
Le reazioni internazionali sono state immediate: l'Unione Europea ha espresso preoccupazione per l'arresto, sottolineando l'importanza del rispetto dei principi democratici. 
Questo evento rappresenta un punto critico nella politica turca, evidenziando le tensioni tra il governo di ErdoÄŸan e le forze di opposizione, con possibili implicazioni significative per il futuro democratico del Paese, nonché per le negoziazioni finalizzate a entrare a far parte dell’Unione europea. I negoziati di adesione, infatti, dal 2018 sono in stallo a causa di preoccupazioni riguardanti il rispetto dei diritti umani, lo Stato di diritto e l'indipendenza della magistratura in Turchia.